Storia

«Architettiverona» è una storica testata fondata nel 1959 e pubblicata dall’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della provincia di Verona.

«Architettiverona» è una storica testata fondata nel 1959 e pubblicata dall’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della provincia di Verona.

Prima serie

Il primissimo numero di Architetti Verona, notiziario dell’Ordine degli Architetti della provincia di Verona, esce nel luglio-agosto del 1959. La redazione è composta da Luigi Calcagni, Luciano Cenna, Arrigo Cugola, Antonio Pasqualini e Lorenzo Rosa Fauzza, con redattore capo Gianni Barbesi. A partire dal numero 13 ai fondatori già facenti parte della redazione si affianca Gian Lorenzo Mellini che, in qualità di unico redattore, sostituisce di fatto Gianni Barbesi, prematuramente scomparso già nell’estate del ’59.

Dopo i primi tre numeri in formato quaderno, a partire dal quarto compare il “quasi quadrato” che caratterizza a lungo la rivista; l’impostazione grafica e le copertine sono curate da Giorgio Bonagiunti.

Guido Trojani, presidente dell’Ordine, ricopre anche la carica di direttore responsabile ed è da tutti ricordato come il vero propulsore dell’iniziativa editoriale. Il suo intento, perseguito anche nelle pagine del Notiziario, è di portare sul proscenio della società veronese e delle sue istituzioni la figura dell’architetto. Gli editoriali note si pongono, all’interno della rivista, come responsabili e puntuali espressioni di un padre di famiglia, protettivamente severo verso i giovani membri della stessa e orgogliosamente proiettato verso l’esterno, in particolar modo nei confronti dell’Amministrazione Comunale, nell’esigenza vitale di rivendicare e conquistare per gli architetti veronesi un ruolo professionale e civile di rilievo.

Ai contributi della redazione si affiancano quelli di altri colleghi e amici che con continuità collaborano all’iniziativa: Pierpaolo Brugnoli, Lauro D’Alberto, Lanfranco Franzoni, Marco Lucat, Licisco Magagnato, Arrigo Rudi, Otto Tognetti, Virgilio Vercelloni. Tra i temi trattati dalla rivista, non mancano vere e proprie azioni di denuncia, allo scopo di tutelare la città (centro storico), il suo sviluppo urbano (dintorni e collina), la provincia e il lago. Da tali presupposti nasce in seno alla redazione l’idea di promuovere un “Convegno sugli sviluppi della città di Verona”, documentato sui numeri 16 e 17, entrambi monografici. Trojani chiude la sua direzione con il numero 22 della prima serie (unico semestrale del gennaio-giugno ’63), al quale fa seguito una lunga pausa.

Seconda serie

Dopo quattordici anni di silenzio, le pubblicazione di Architetti Verona riprendono nel 1977. In questa nuova serie – che riparte ex novo dal numero 1 – la rivista è intesa come lo strumento culturale dell’Ordine degli Architetti, aperto a una più ampia partecipazione da parte dei colleghi e non solo. Direttore responsabile è Carlo Vanzetti, e il comitato di redazione è composto da Domenico Bolla, Giorgio Bonagiunti, Pier Antonio Cavallaro, Lauro D’Alberto, Alberto Miollo, Gianni Perbellini, Arrigo Rudi e Otto Tognetti. Successivamente si aggiungono Lino Vittorio Bozzetto, Antonio Calò, Claudio Cavattoni, Renato Dal Maso e Giorgio Forti. Il formato rimane quadrato, la consistenza considerevole (80-100 pagine), la cadenza di pubblicazione, lunga ed irregolare e i pochi numeri realizzati (12 in 9 anni) ne fanno di fatto un periodico di approfondimento piuttosto che una rivista di informazione.
In anni di scelte importanti per la città di Verona, che ha da poco definitivamente approvato il Piano Regolatore Generale, il dibattito è ancora vivace, e il parere espresso dalla categoria degli architetti rispetto alle tematiche della pianificazione territoriale, ai temi del recupero e della tutela dei centri storici passa anche attraverso le pagine della rivista. Alcuni numeri monografici sono dedicati alla Verona Militare e alla figura di Ettore Fagiuoli. Particolare interesse suscita il doppio numero 4/5 del febbraio 1980 dedicato a Carlo Scarpa , un appassionato omaggio all’architetto veneziano recentemente scomparso incentrato sulla sua opera nella nostra città. I numeri della serie sono articolati in sezioni ben delineate, in cui vengono affrontati prevalentemente gli aspetti propri della professione.

Terza serie

Dopo sei anni di stop riprende la terza serie di Architetti Verona, con la formula editoriale del “bimestrale di cultura e informazione”, che raccoglie così le due anime di rivista e di bollettino, e che da questo momento esce con regolarità. La numerazione riparte nuovamente da 1 e continua a tutt’oggi. La presidenza dell’Ordine passa da Renato Dal Maso a Gian Arnaldo Caleffi che dal numero 3 assume anche la direzione. Il formato è A4 con una foliazione intorno alle 40 pagine; le pagine centrali, stampate su carta riciclata, raccolgono informazioni di difficile reperibilità, in era pre-internet, su temi legati alla professione.
Tra i redattori che scrivono con maggior frequenza, oltre Lorenzo Agosta e Dario Nicoletti che curano autonomamente alcuni numeri: Lorella Polo, Giorgio Massignan, Daniela Vedovi, Fabrizio Quagini, Maria Giovanna Reni, Mauro Sonato, Amedeo Margotto, Riccardo Cecchini, Luciano Cenna, Fiorenzo Meneghelli, Massimiliano Valdinoci e Arturo Sandrini. I numeri che si susseguono presentano una miscellanea di argomenti legati alla città e al territorio veronese, tra i quali: mobilità e trasporti, piste ciclabili, pianificazione (le tavole del Progetto Preliminare del P.R.G. di Verona), l’Arsenale, le mura di Verona. Particolare attenzione è rivolta ai concorsi, compresi quelli banditi dall’Ordine (Spazi Ritrovati 1 e 2).
Al cambio di presidenza dell’Ordine, Maria Giovanna Reni assume la direzione della rivista, affiancata da Mauro Sonato e Daniela Vedovi come coordinatori della redazione. Una novità è rappresentata da alcuni temi sviluppati su due numeri consecutivi: centri commerciali, bioedilizia, Verona nel Novecento (in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici); da collezione è il numero 35 con una serie di Progetti perduti per la città. Nuovo avvicendamento dal numero 41 con Paolo Richelli, da poco eletto presidente dell’Ordine, e il coordinamento di Paola Bonuzzi e Lorella Polo. Ogni numero è curato per la prima parte da uno o più redattori, mentre nella seconda trovano posto alcune rubriche.
Il 2001 si apre con il numero 52 sotto la presidenza di Giorgio Massignan, con Paola Ravanello coordinatrice della redazione; tra i numeri monografici il 53, dedicato al sistema delle mura veronesi curato da Lino Vittorio Bozzetto, e il 54 dedicato alla città veneta curato da Filippo Bricolo. Non mancano in questi anni contributi di autorevoli membri esterni, tra i quali Pierpaolo Brugnoli, Franco Purini, Mario Rigoni Stern, Eugenio Turri.
Con il numero 56 alla coordinatrice si affianca Susanna Grego, che rimane in tale ruolo fino al numero 75. Nasce la rubrica “Primo piano”, che presenta alcune architetture contemporanee realizzate nel territorio veronese. Dal numero 68, con la direzione del presidente entrante Arnaldo Toffali, la cadenza bimestrale viene rispettata rigorosamente, continuando sulla medesima linea editoriale sino al numero 75 di luglio-agosto 2005. Dal numero 76, sempre con Toffali direttore responsabile, si apre una nuova fase pur all’interno della medesima serie (la numerazione prosegue): sotto la guida dell’editor Filippo Bricolo il formato ritorna al quadrato degli albori, cambia la periodicità e il taglio editoriale della rivista. Ma questa è una storia ancora in corso.