Doppia soglia

Due ampliamenti di camposanti nella provincia veronese, realizzati per stralci a distanza di alcuni anni, sono l’occasione per il progettista di dialogare con le preesistenze e con il paesaggio

Testo: Maddalena Anselmi
Foto: Michele Mascalzoni
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La progettazione di un luogo “sacro”, quale potrebbe intendersi un cimitero, si prospetta quanto mai complessa, per la sensibilità e la delicatezza che la situazione richiede. Si tratta, infatti, di uno spazio dove ci si confronta e ci si scontra con la profondità dei sentimenti che qui emergono con forza. L’essere umano indotto a frequentare questi luoghi, è invaso e percorso dal dolore, dai ricordi, dai pensieri. La progettazione diventa quindi il mezzo attraverso cui ci si confronta con tali emozioni, e che permette di elaborare la consapevolezza che, quando questi spazi verranno utilizzati, sarà per un evento particolare della vita.

La filosofia degli ampliamenti del Cimitero di Cerro Veronese e di Caprino Veronese, sviluppati dall’architetto Mario Bellavite in momenti successivi, è animata da questa consapevolezza, nel tentativo di affrontare e risolvere l’aspetto seriale e sterile della struttura, che inevitabilmente disperde la spiritualità di cui questi luoghi dovrebbero essere impregnati. Ecco che ogni particolare acquista un significato profondo e l’inserimento del verde, l’attenzione ai materiali, ai percorsi, alla struttura d’ingresso, diventano occasioni per minimizzare l’aspetto tecnico, valorizzando invece l’umanità e la sensibilità.

L’intervento per l’ampliamento del cimitero, commissionato dal comune di Cerro Veronese nel 1996, doveva limitare al minimo l’impatto ambientale, oltreché integrarsi formalmente e funzionalmente, sia con l’edificio esistente che con il progetto di un parcheggio pubblico. L’estrema visibilità del sito, ha orientato a scelte progettuali e di utilizzo di materiali atti a ridurre al minimo l’impatto volumetrico dell’opera. Elemento caratterizzante l’intervento è l’ampio arco ribassato in corrispondenza dell’ingresso, che costituisce il segnale della presenza del cimitero, e individua il passaggio per raggiungerlo. Il progetto della nuova struttura si imposta sulla realizzazione di un muro, parallelo al lato sud della cinta preesistente, su cui si innestano i volumi destinati ad ospitare le celle mortuarie, realizzati secondo schemi modulari.

Tra il nuovo muro e la cinta storica si colloca il percorso rettilineo di servizio all’ampliamento, dotato di ingresso autonomo, su cui prospettano, in successione, gli accessi ai colombari e alle cappelle delle tombe di famiglia. I moduli funzionali sono raggruppati, due a due, in tre blocchi; la suddivisione in blocchi consente di rompere la compattezza volumetrica della struttura, consentendone il parziale interramento, riducendo l’impatto visivo: dall’interno della cinta storica, le aperture previste in corrispondenza dei varchi, consentono di cogliere scorci del paesaggio. Una luce a raso, indiretta e diffusa penetra nel modulo-colombario, progettato come una “scatola muraria” che si apre verso sud e verso l’alto, con una lieve flessione delle due pareti corrispondenti, originando aperture particolari. L’accesso avviene dal percorso rettilineo di spina , che serve tutto l’ampliamento; la flessione della parete di fondo, spinta all’esterno ed esposta alla luce ed all’acqua, accoglie la terra destinata a piccole piante e fiori.

Si realizza in questo modo, un filtro tra l’ambiente interno e l’esterno al cimitero, che crea una protezione dalla strada ed al parcheggio, pur tuttavia originando un rapporto con l’ambiente circostante attraverso le aperture rivolte verso la vallata. I materiali utilizzati per la pavimentazione e i rivestimenti sono la pietra della Lessinia e il porfido trentino, per una continuità con la tradizione costruttiva locale. Si affiancano, tuttavia, elementi in ferro a “ruggine frenata”, capaci di coniugare le rilevanti caratteristiche di resistenza agli agenti atmosferici, alle qualità esteriori di materiali “naturali”, in grado di inserirsi con continuità nel contesto ambientale.

La ricerca della continuità tra l’esistente e il nuovo, la particolare attenzione ai materiali e alle soluzioni progettuali, trovano una nuova applicazione nell’intervento di ampliamento del cimitero di Caprino, sviluppato progettualmente a partire dal 2005. L’area destinata all’intervento si inserisce tra la struttura del cimitero storico e tre edifici realizzati negli anni settanta. Il nuovo impianto si imposta sulla realizzazione di due blocchi, e il nuovo accesso si apre nel punto di cerniera tra i due. L’intervento del primo stralcio ha previsto la realizzazione della prima metà del blocco principale. La continuità tra gli spazi già presenti e la nuova realizzazione viene conservata e integrata nei nuovi percorsi pedonali e carrabili.

Il progetto si sviluppa per moduli funzionali, scanditi dal ritmo regolare dei pilastri, sormontati da un’unica vela di copertura, la cui falda crea un elemento di continuità con l’esistente, per poi alzarsi lasciando penetrare fasci di luce. Ogni modulo individua uno spazio definito e raccolto, ma si collega al successivo tramite il percorso pedonale che lo percorre in tutta la sua lunghezza, passando attraverso i varchi aperti in corrispondenza delle pareti divisorie. I materiali utilizzati per pavimentazione e rivestimenti creano così un contrasto tra il colore caldo del Nembro rosato e del porfido trentino, e la lamiera di acciaio corten.
Il cimitero è il luogo dove passato e presente si incontrano, la cerniera tra ciò che è stato e ciò che è, nel silenzio e nella meditazione. Le scelte progettuali e architettoniche, gli elementi strutturali e di particolari, devono avere la capacità di favorire tale incontro, di fondersi e di porsi come sfondo ad un luogo dove la vita si ferma ed il silenzio prevale.



LOCALITÀ:
PROGETTO ARCHITETTONICO,
DIREZIONE LAVORI, SICUREZZA
arch. Mario Bellavite


COLLABORATORI
Cerro: arch. Francesca Boninsegna,
arch. Filippo Bricolo, arch. Simone Zacchetto
Caprino: arch. Francesca Boninsegna,
geom. Davide Brusco, geom. Roberto Zerbato



CONSULENTI
Cerro 2°-3° stralcio:
ing. Franco De Grandis (strutture)
p.e. Stefano Maggiotto (impianti)
dott. geol. Dario Gaspari (geologia)
Caprino:
ing. F. De Grandis, ing. Roby Scardoni (strutture)
p.e. Stefano Maggiotto (impianti)
dott. geol. Cristiano Mastella (geologia)


CRONOLOGIA
Cerro:
1996 progetto generale di ampliamento
2000 realizzazione primo stralcio
2004 progettazione esecutiva 2° stralcio
2007 / 2209 realizzazione 2°-3° stralcio
Caprino:
2005 progetto preliminare ampliamento
2006 progettazione definitiva
2008 / 2009 realizzazione

IMPRESE
Cerro 2°-3° stralcio:
Impresa Edile Pompei di Ziviani & C., Povegliano
Caprino:
Impresa Costantini Elettroneon, Verona