Nel maggio del 2016, la Società di Mutuo Soccorso Porta Palio scrisse una lettera al Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura della stessa Università, invitando ad una collaborazione per promuovere ricerche utili alla documentazione del monumento sanmicheliano. Il Dipartimento ha accolto tale richiesta dando inizio a numerose attività condotte sul campo da due Laboratori Sperimentali di Didattica e Ricerca: il DAda Lab – Drawing Architecture Document Action Laboratory e il Laboratorio Inter Ateneo Landscape Survey & Design. Tali azioni sono state incentrate sulla progettazione di un rilievo digitale definendo metodologie e strumenti utili alla costruzione di una banca dati tridimensionale della Porta, nella quale raccogliere informazioni circa lo stato di conservazione del monumento e dalle quali poter avviare strategie di valorizzazione promuovibili tramite strumenti di realtà virtuale, immersiva e mista.
Nell’autunno dello stesso anno, durante una presentazione condotta presso il monumento alla Società di Mutuo Soccorso e ad alcuni rappresentanti dell’Amministrazione Comunale di Verona, i Laboratori hanno esposto la possibilità, partendo proprio dall’esperienza su Porta Palio, di costruire una banca dati con finalità gestionali utili al processo di valorizzazione dell’intero sistema fortificato urbano.
È forse utile sottolineare che nello spazio urbano veronese sono visibili ancora oggi opere monumentali che formano un repertorio di quasi duemila anni di storia di arte fortificatoria. Tuttora restano imponenti i resti della città fortificata romana, il perimetro della città murata scaligera, la struttura bastionata della fortezza veneta, la grandiosa disposizione della piazzaforte asburgica, cardine del Quadrilatero. La cinta muraria urbana, nel suo assetto definitivo, ha uno sviluppo di oltre 9 chilometri e occupa quasi 100 ettari con le sue opere: torri, rondelle, bastioni, fossati, terrapieni. Il sistema difensivo veronese è un imponente complesso costituito da da svariati elementi disposti tra colline e pianura attorno alla città di Verona, costituendo non solo uno straordinario catalogo tipologico dell’architettura militare e del suo sviluppo ma anche un apparato urbano e ormai paesaggistico praticamente unico al mondo. Questo sistema difensivo stratificato costituisce uno dei punti cardini su cui si fonda la declaratoria UNESCO della città, esplicitando una valenza storica e culturale internazionale in attesa di essere compiutamente riscoperta e valorizzata.
Il progetto, incentrato sui risultati ottenuti sul monumento di Porta Palio, fu quindi orientato alla costruzione di un database tridimensionale che potesse esplicitare non solo le relazioni paesaggistiche tra i diversi complessi architettonici e il territorio circostante, ma che potesse configurarsi come un utile supporto allo sviluppo di strumenti di gestione, pianificazione e studio per interventi di recupero e riqualificazione successivi e connessi ai vari monumenti delle mura che oggi versano in stato di degrado o abbandono.
In questo senso la rappresentazione tridimensionale, se fondata su sistemi di rilevamento reality based, può essere un valido supporto per pianificatori e progettisti, uno strumento prezioso col quale lavorare agilmente integrando basi di dati descrittive fino ad ottenere rappresentazioni tematiche e riproduzioni tridimensionali, con immagini o filmati direttamente connessi alla geometria del territorio e all’ambito del luogo. L’uso dei modelli 3D, partendo direttamente dai dati del rilievo, offre il modo di verificare in tempo reale, attraverso condizioni immersive, tutte le scelte progettuali o gli interventi di pianificazione ipotizzabili. I sistemi informativi-virtuali dunque, oltre alla rappresentazione classica dell’architettura, permettono anche di simulare la sua storia evolutiva in senso spazio-temporale, illustrando cioè le modalità con cui gli elementi presenti nella scena si sono modificati nel tempo.
La lettura e l’analisi delle trasformazioni o aggiustamenti subiti, nel corso di successive soglie storiche, da un manufatto edilizio, è oggi una pratica che nel rilevo corrisponde alla capacità di rappresentare le informazioni su diversi livelli e di utilizzarle sovrapponendole o comparandole in modo incrociato consentendo di utilizzare il sistema informativo come un potente strumento di analisi e, se si aggiungono le possibilità offerte dall’uso della terza dimensione, permettendo una lettura immediata e comprensibile per un pubblico ben più ampio rispetto a quello degli esperti.
La realtà virtuale, un tempo espressione fantascientifica delle potenzialità di calcolo dei computer come emulazione del cervello umano, è oggi un fenomeno ben presente nella realtà quotidiana, non più legata esclusivamente alle aree di ricerca informatica, ma connessa con lo sviluppo di nuove e svariate applicazioni tra le quali la documentazione dei Beni Culturali e Ambientali.
Il problema dell’interazione e della fruibilità dei sistemi rappresentativi anche da parte di un pubblico più ampio ha accentrato molti sforzi della ricerca nella definizione di sistemi intuitivi per la soluzione di problematiche legate alla descrizione del luogo iper-reale. Così il virtual heritage si presenta oggi come un fenomeno che ha trovato una estesa applicazione anche a livello divulgativo e la costruzione di questi luoghi virtuali ha innescato un meccanismo che ben rispecchia le politiche globali verso le quali le più recenti correnti di pensiero, anche in campo architettonico, già da tempo si erano orientate.
In questo senso l’obiettivo principale del progetto di rilievo è fortemente connesso alle esigenze di documentazione della consistenza materica e dello stato di conservazione del complesso delle mura veronesi al fine di poter disporre di un supporto di elaborati grafici ad alta precisione metrico morfologica e di una mappatura dei principali degradi che interessano la totalità delle superfici architettoniche, comprendenti le quelle verticali, inclinate e orizzontali interne ed esterne all’anello della cinta muraria.
Così che l’Amministrazione Comunale ha firmato un accordo con il Dipartimento per supportare il completamento dei lavori di indagine e rilevamento su Porta Palio e un anno dopo, il 5 settembre del 2017, si è tenuto il primo incontro operativo tra il Comune di Verona, l’Ufficio Unesco e il Dipartimento sulle attività che da giugno riguardavano lo sviluppo di disegni e la costruzione di metodologie e strategie di analisi per la riqualificazione del sistema fortificato veronese. Questo incontro è stata occasione per illustrare pubblicamente le operazioni di rilevamento condotte e le potenzialità di implementazione degli spazi urbani con allestimenti sulla storia della città e delle mura partendo proprio dal progetto di allestimento sullo spazio espositivo del Bastione delle Maddalene che il Dipartimento ha realizzato e consegnato al Comune a conclusione della consulenza in convenzione.
Nello specifico la consulenza del Dipartimento si è focalizzata nella proposta non solo di una semplice attività, seppur importantissima, di rilievo di tipo documentale ma anche ideando un più ampio concept di utilizzo di questi dati attraverso il progetto di un sito dedicato all’interno del quale poter attingere a tutte le informazioni scientifiche e nozionistiche in forma digitale, la creazione di quattro percorsi di conoscenza del sistema fortificato e dell’architettura veronese ed infine il progetto di un vero e proprio brand legato alle mura e finalizzato alla promozione di una loro necessaria e autonoma identità all’interno del più vasto “sistema Verona”.
Nello scorso inverno, dal 23 al 26 novembre 2017, l’Università ha poi organizzato il workshop internazionale di Rilievo ed analisi per il Restauro “Digital Documentation for the Study of the Defensive System of Porta Nuova” per la documentazione dell’altra porta sanmicheliana. In questo workshop, nel quale hanno partecipato studenti del corso di Architectural Survey & Restoration del Double Degree in Building Engineering and Architecture dell’Università di Pavia e della Tongji University di Shanghai si è concentrato sulla lettura delle evoluzioni costruttive e stratigrafiche per la redazione di analisi funzionali alla redazione di progetti di restauro e conservazione.
Nello sviluppo del progetto, che ospita una ricerca di dottorato, due tesi di laurea e il lavoro di numerosi studenti dei corsi di rilevamento dell’architettura, ad oggi sono state rilevate, oltre a Porta Nuova e Porta Palio, anche Porta San Zeno e Porta Vescovo.
Sandro Parrinello è Professore associato, afferente il Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università di Pavia. Visiting professor presso la Perm National Research Polytechnic University (Russia) e la Cracow Polytechnic University (Polonia), nel 2015 riceve una laurea honoris causa dalla State Academy of Civil Engineering and Architecture di Odessa (Ucraina). Esperto del Forum UNESCO dal 2011 è Expert and Voting member come referente per l’Italia al comitato scientifico internazionale ICOFORT (ICOMOS International Scientific Committee on Fortifications and Military Heritage). È responsabile del Laboratorio DAda Lab. e del laboratorio congiunto “Landscape Survey & Design” dell’Università di Pavia, e di numerosi progetti di ricerca nazionali ed internazionali, membro di comitati editoriali di collane e riviste scientifiche di rilevanza internazionale e ha organizzato numerosi congressi internazionali sul tema della documentazione del patrimonio.